Agricoltura
Ai fini della Relazione sullo Stato dell'Ambiente un'analisi dei principali dati statistici sul settore agricolo nel Comune di Macerata è utile per ragioni di inquadramento storico, economico, sociale e ambientale.
La superficie agricola occupa infatti il 41% del territorio comunale conferendo ai rilievi collinari e ai fondo valle un pregio paesaggistico riconosciuto e descritto in passato da molti illustri visitatori tra i quali Giacomo Leopardi.
D'altro canto la scrupolosa e pervasiva opera degli agricoltori maceratesi, nonostante la rapida evoluzione tecnologica e sociale degli ultimi decenni, ha lasciato un sedimento culturale di operosità, cura e attenzione riscontrabili anche visivamente in un territorio che, fino ad un passato recente, era sì piegato alle esigenze umane, senza tuttavia dimenticare le necessità di conservazione delle risorse.
Da questo punto di vista è possibile ravvisare nel tessuto sociale della campagna maceratese una propensione potenziale verso l'avvio di pratiche orientate alla sostenibilità; laddove quest'ultimo termine sia correttamente inteso come sostenibilità economica/ecologica/sociale.
L'agricoltura maceratese è stata interessata da fenomeni comuni al resto del territorio nazionale; nell'ultimo secolo il settore è cambiato per l'introduzione massiccia della meccanizzazione e della chimica. A queste innovazioni tecniche hanno fatto seguito cambiamenti di carattere normativo e sociale; le riforme legislative del secondo dopoguerra hanno drasticamente ridotto il peso della mezzadria (la porzione di superficie agricola totale condotta secondo contratti mezzadrili di “conduzione a colonia parziaria appoderata” era in percentuale dell'1.52% nel 1990 e sono scesi allo 0.79% nel 2000).
Tabella n° 1) Superficie agricola totale per forma di conduzione anni 1990 e 2000
anni |
Conduzione diretta |
% |
Conduzione con salariati |
|
conduzione a colonia parziaria appoderata (mezzadria) |
% |
totale |
1990 |
4.445,72 |
49.99 |
4.312,64 |
48.49 |
135,50 |
1.52 |
8.893,86 |
2000 |
4.563,85 |
55.47 |
3.598 |
43.74 |
65,15 |
0.79 |
8.227 |
Tabella n° 2) Superficie agricola utilizzata per forma di conduzione anni 1990 e 2000
anni |
Conduzione diretta |
% |
Conduzione con salariati |
% |
conduzione a colonia parziaria appoderata (mezzadria) |
% |
totale |
1990 |
3.983,17 |
49,2 |
3.952 |
48,8 |
122.83 |
2 |
8.058 |
2000 |
4.005.24 |
54.1 |
3.346 |
45.13 |
62.76 |
0.85 |
7.414 |
In generale è possibile affermare che il modello agricolo maceratese è mutato da aziende mezzadrili tendenzialmente autosufficienti (il che spiega anche la varietà colturale e paesaggistica, ivi comprese le note e ormai quasi scomparse coltivazioni a filari) verso moderne aziende impegnate nelle coltivazioni intensive.
Stabili e contenute le dimensioni delle aziende: la media aritmetica nel 1990 era di 7.31 ha mentre nel 2000 è scesa a 7.20 ha. La suddivisione in classi della superficie agricola totale evidenzia che la classe che racchiude la maggiore estensione di territorio è quella 10-20 ha con una significativa rappresentatività, sia nel 1990 che nel 2000, della classe 5-10 ha.
Pur non disponendo quindi del dato relativo al numero delle aziende secondo le classi di superficie, è possibile ritenere (dividendo la superficie complessiva della classe per la sua estensione) che il maggior numero di aziende si concentri nelle classi centrali, ovvero quelle comprese tra 2 e 20 ha.
Negli ultimi 10 anni la superficie agricola totale è diminuita del 7.5% passando dagli 8.893 ha del 1990 agli 8.227 ha del 2000; parallelamente è diminuita anche la superficie agricola utilizzata in percentuale dell'8%.
Cfr. tabelle n° 1 e 2
In calo il numero complessivo delle aziende, passate dalle 1.216 unità del 1990 alle 1.143 del 2000, con una contrazione percentuale del 6% che è probabilmente da attribuire all'invecchiamento dei conduttori e alla carenza di ricambio generazionale. Quest'ultima ipotesi, laddove verificata, potrebbe essere un ostacolo all'introduzione di politiche di gestione aziendale innovative e presuntivamente più sostenibili rispetto a quelle tradizionali.
A tale proposito si segnala come anche nel territorio del comune di Macerata si rilevi la presenza di aziende agricole impegnate nelle coltivazioni biologiche.
Sono quattro le aziende che praticano l'agricoltura biologica in maniera esclusiva occupando una SAU pari a 69.33 ha.
Sono invece sette le aziende agricole miste, ovvero quelle che hanno una parte di superficie agricola già a biologico mentre la restante superficie è in conversione. Tra queste ultime è da segnalare la presenza “istituzionale” e didattica dell'Istituto Tecnico Agrario G. Garibaldi”.
La SAU delle aziende miste è pari a 111 ha.
Quattro infine le aziende in conversione su una superficie di ca. 20 ha; una di esse, la cooperativa sociale “Meridiana” pratica l'agricoltura biologica su un terreno di ca. 4 ha di proprietà comunale.
In termini percentuali le aziende impegnate nell'agricoltura biologica sono quindi l'1.22% del totale, mentre la SAU destinata a biologico (SAU delle aziende biologiche + SAU a biologico delle aziende miste) è pari a 105.24 ha, ovvero l'1.42% della SAU totale.
Significativo anche il dato relativo alla superficie agricola totale secondo l'utilizzazione: i seminativi coprono l'85% della superficie agricola (il dato è rimasto stabile negli ultimi 10 anni) mentre sono trascurabili le porzioni destinate a pascolo, a bosco o ad altre coltivazioni permanenti.
Tabella n° 3) Superficie agricola totale secondo l'utilizzazione
Anni |
seminativi |
Prati e pascoli |
boschi |
Colt. perm agr |
Altra sup |
totale |
1990 |
7.555 |
96,43 |
113,41 |
423,6 |
704,74 |
8.893,86 |
2000 |
7.001,47 |
8,45 |
127 |
404,08 |
484,17 |
8.025,17 |
Quanto alla presenza di allevamenti e al relativo carico inquinante in termini di abitanti equivalenti, i dati statistici evidenziavano la presenza, nel 1990 di 858 aziende con allevamenti (gli allevamenti più significativi erano quelli avicoli, di suini e di bovini) con un carico in termini di abitanti equivalenti pari a 47.669,12 mentre nel 2000 il carico sull'ambiente in termini di abitanti equivalenti era sceso di circa la metà. Il dato meriterebbe forse un supplemento di analisi in quanto se da un lato è vero che la pressione sull'ambiente degli allevamenti è scesa nel decennio Novanta, è anche vero che questo può significare che ci sia stata anche una significativa (anche se non necessariamente proporzionale al calo degli inquinanti di origine animale) diminuzione della zootecnia come risorsa economica.
Tabella n° 4) Abitanti equivalenti zootecnia
anni |
bovini |
suini |
ovini/caprini |
equini |
avicoli |
Totale a.e. |
1990 |
14214,72 |
7913,1 |
870,42 |
492,88 |
24178 |
47669,12 |
2000 |
12492,96 |
3447,6 |
398,72 |
1276,64 |
6243,2 |
23859,12 |
Var% |
-12,11% |
-56,43% |
-54,17% |
+260% |
-74,17% |
-50% |
La città di Macerata offre inoltre agli agricoltori un vantaggio legato alla presenza del mercato ortofrutticolo; per i piccoli produttori ciò si traduce in un sensibile abbattimento dei costi e dei tempi legati alla vendita giornaliera dei prodotti.
Allo stesso modo alcuni piccoli produttori si avvantaggiano dei mercati settimanali, cogliendo l'occasione per praticare la vendita diretta. Risulta invece ancora non particolarmente sviluppata né coordinata la pratica della vendita diretta in azienda.
Riassumendo, è possibile affermare che ad una prima ricognizione dei principali indicatori statistici, l'agricoltura della città di Macerata si configura come un possibile settore di intervento nel processo di agenda 21 comunale. Pur non segnalandosi infatti emergenze ambientali, sociali o economiche di rilievo è bene evidenziare la presenza di condizioni suscettibili di miglioramento nel senso della sostenibilità.
La riduzione della SAU e della SAT, la massiccia utilizzazione del territorio per seminativi, la diffusione ancora limitata della pratica biologica e la significativa sovrapposizione tra superficie agricola e superficie potenzialmente oggetto di fenomeni di microdissesto suggeriscono l'adozione di azioni volte all'ammodernamento e il ricorso a processi partecipativi che valorizzino il settore come risorsa ambientale, economica e sociale.
Fonti: 4° e 5° censimento generale dell'agricoltura, ASSAM.