COMUNE DI MACERATA
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Progetto Green Lab

Il problema rumore

Contestualmente con il rinnovo generale delle politiche ambientali, in ambito comunitario si comincia a porre attenzione al problema dell'inquinamento acustico. Il quinto programma di Azione Ambientale della Comunità Europea definisce l'obiettivo generale di tutela della popolazione dall'inquinamento acustico, dichiarando che nessuno deve essere esposto a livelli sonori capaci di porre in pericolo la sua salute, o di determinare un disagio insostenibile; vengono così stabiliti dei limiti di carico acustico insuperabili.

Il tema del rumore e delle relative problematiche è particolarmente rilevante in territori a forte componente urbana. Il termine rumore indica qualcosa parzialmente di diverso dal suono, per l'appunto un inquinamento acustico rispetto al quale pesano fattori soggettivi (percezione, sensazione, contesto ecc.), ma anche misure oggettive dei suoni eccessivi prodotti da sorgenti, tanto che anche in sede giurisprudenziale si è parlato di danno biologico valutato in relazione alla reattività dell'uomo medio. In Italia il rilevamento dell'inquinamento acustico non è stato effettuato con metodologie standardizzate, comparabili, continue, aggiornate ed omogenee; comunque sia gli studi effettuati confermano anche nel nostro Paese una situazione di generale superamento, con punte notturne, dei limiti di accettabilità del rumore previsti dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1 marzo 1991. Alcuni studi stimano che il 20% circa della popolazione dell'Unione (80 milioni di persone circa) è esposta a rumori diurni continui in ambiente esterno, dovuti principalmente al traffico, che superano il livello di 65 dB(A), considerato come un limite di tollerabilità per gli individui; mentre altri 170 milioni (oltre il 40%) sono esposti a livello di rumore compresi tra 55 e 65 dB(A), considerato quale valore di attenzione per cui si possono manifestare seri disturbi nel periodo diurno.

Una specifica indagine del 1995, definisce il rumore come la quinta fonte di preoccupazione per l'ambiente locale dopo il traffico, l'inquinamento atmosferico, la salvaguardia del paesaggio, la gestione dei rifiuti. Il rumore esercita la sua azione negativa sull'ambiente inteso come ambito in cui l'uomo vive e svolge le sue attività; esso incide sulla salute dell'uomo cioè sul suo stato di benessere fisico, mentale, sociale. Oggi si può affermare che l'esposizione al rumore provoca sull'uomo effetti nocivi riconducibili alle tre diverse categorie:

  • danni fisici;
  • disturbi nelle attività;
  • fastidio generico.

In Italia il quadro di riferimento normativo è costituito essenzialmente dalla L. 447/95 “Legge quadro sull'inquinamento acustico”, che disciplina la materia stabilendo le competenze regionali e locali, distinguendo le sorgenti sonore in due categorie: quelle fisse e quelle mobili e introducendo, quali termini di riferimento per il conseguimento degli obiettivi generali di prevenzione e tutela, diversi valori: “limiti di emissione”, “limite di immissione assoluto o differenziale”, “di attenzione”, “di qualità”.

La normativa vigente prevede di coordinare le strategie e le misure destinate alla riduzione del rumore e degli impatti correlati attraverso la stesura di un Piano di Risanamento Acustico Comunale. Questo strumento, previsto dall'art.7 della Legge quadro n°447 del 26/10/95, deve essere preceduto dalla classificazione acustica del territorio comunale (Piano di Zonizzazione acustica) che definisce per ogni specifico utilizzo del territorio (residenziale, agricolo, industriale, viabilistico, ecc.) i valori di rumore che devono essere rispettati.

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