Acque sotterranee
L'art.2 del D.Lgs. 152/1999 definisce acque sotterranee quelle acque che si trovano al di sotto della superficie del terreno, nella zona di saturazione e in diretto contatto con il suolo e il sottosuolo.
Dal punto di vista geologico, la falda idrica è costituita da una porzione di sottosuolo in grado di contenere acqua (formazione idrogeologica), caratterizzata, quindi, da porosità e permeabilità. La falda è delimitata inferiormente da uno strato impermeabile, ad esempio di argille, che consente l'accumulo di acqua nella zona sovrastante. E' detta, acquifero, invece, la falda la cui permeabilità consente un movimento significativo all'acqua permettendone la captazione di quantità apprezzabili con metodi economicamente convenienti.
Le acque sotterranee costituiscono circa l'85% delle risorse destinate al consumo umano in Italia e la protezione di queste riserve strategiche è uno degli obiettivi prioritari delle politiche di settore al fine di prevenire il loro degrado quantitativo e qualitativo.
Tale priorità si riflette nel significativo lavoro sviluppato nel tempo in campo normativo. In particolare il D.Lgs. n.152/1999 e succ. mod. ed int., tenendo conto dei consistenti carichi al suolo di fertilizzanti, nutrienti e pesticidi che caratterizzano il territorio nazionale, prevede che i piani di monitoraggio e le misure di controllo sullo stato degli acquiferi siano preceduti da ampi ed approfonditi studi di caratterizzazione territoriale da integrare nei piani di bacino.
Lo stato di qualità dei corpi idrici sotterranei è definito sulla base dello stato quantitativo e dello stato chimico: tale classificazione deve essere riferita ad ogni singolo acquifero individuato. Per le acque sotterranee sono definiti 5 stati di qualità ambientale: elevato, buono, sufficiente, scadente, naturale particolare.
Per le attività di monitoraggio e classificazione è necessaria una preventiva ricostruzione del modello idrogeologico che consenta:
-
l'individuazione e parametrizzazione dei principali acquiferi;
-
la definizione delle modalità di alimentazione-deflusso-recapito;
-
l'identificazione dei rapporti tra acque superficiali ed acque sotterranee;
-
l'individuazione dei punti d'acqua (pozzi, sorgenti, emergenze);
-
la determinazione delle caratteristiche idrochimiche;
-
l'identificazione delle caratteristiche di utilizzo delle acque.
Il monitoraggio quantitativo ha lo scopo di acquisire le informazioni relative ai vari acquiferi necessarie per la definizione del bilancio idrico di un bacino e permettere di caratterizzare i singoli acquiferi in termini di potenzialità, produttività e grado di sfruttamento.
Un corpo idrico sotterraneo è in condizioni di equilibrio quando le estrazioni o le alterazioni della velocità naturale di ravvenamento sono sostenibili per lungo periodo (almeno 10 anni): sulla base delle alterazioni misurate o previste di tale equilibrio viene definito lo stato quantitativo suddiviso in quattro classi (A, B, C e D).
Allo stato attuale non è possibile presentare un bilancio idrico del comune di Macerata a causa della mancanza di dati recenti e certi soprattutto per quanto riguarda gli attingimenti e le derivazioni d'acqua. Il Regio Decreto n.1775/1933, così come modificato dal D.Lgs. 152/99, all'art. 17 stabilisce il divieto di derivare o utilizzare acqua pubblica senza provvedimento autorizzativo o concessorio. Tuttavia, viste anche le numerose sanatorie, è probabile che solo una parte degli utilizzatori abbiano regolarizzato la loro posizione. Le informazioni riportate sulle concessioni, inoltre, sono spesso carenti di precise indicazioni sul periodo di utilizzo. In Tabella 1 sono riepilogati i dati a disposizione.
Tabella 1 : derivazioni di acqua autorizzate nel comune di Macerata
Anno |
Numero derivazioni |
Uso |
Superficie totale (ha) |
Portata media concessa (L/sec) |
1999 |
10 |
irriguo |
70 |
3,35 |
2000 |
49 |
irriguo |
764,922 |
1,82 |
2 |
industriale |
- |
1,62 |
|
2001 |
56 |
irriguo |
183,712 |
1,41 |
2 |
industriale |
- |
3 |
|
1 |
domestico |
0,02 |
0,5 |
|
2002 |
71 |
irriguo |
268,07 |
1,93 |
2 |
industriale |
- |
5,75 |
|
1 |
lavaggio auto |
- |
1,08 |
|
1 |
altri usi (giardinaggio) |
0,5 |
0,5 |
Sulla base dei risultati di analisi eseguite dall'ARPAM su campioni di acqua sotterranea prelevati dai campi pozzi di Rotacupa e Acquevive nell'anno 1998 ed all'inizio del 2002 è stata prodotta una prima classificazione chimica ( Figura 1 ).
Le acque sotterranee del Comune di Macerata hanno caratteristiche tipiche delle acque delle zone medio collinari e delle valli dei fiumi Potenza e Chienti, ben diverse dalle acque tipiche delle zone montane. La principale differenza è rappresentata dalla maggiore mineralizzazione. Esse sono, inoltre, caratterizzate da una conducibilità elettrica compresa tra 600 e 1400 mS/cm a 20°C, da una durezza medio alta e da una concentrazione dello ione nitrico che, a volte, supera la concentrazione massima ammissibile di 50 mg/L per le acque destinate al consumo umano. I parametri di conducibilità e durezza sono attribuibili sia alla lenta circolazione sotterranea sia alla natura litologica del sottosuolo (presenza di sabbie ghiaiose ed elementi prevalentemente calcarei), mentre il parametro nitrato è imputabile all'uso di fertilizzanti in agricoltura ( Tabella 2 ).
Due delle fonti di approvvigionamento idrico del comune di Macerata sono ubicate in prossimità dei fiumi Chienti e Potenza. Esse si trovano nella frazione di Villa Potenza (Rotacupa) e lungo il fiume Chienti (Acquevive). Nei preaccumuli A e B di Rotacupa arriva l'acqua dei pozzi previo passaggio attraverso filtri meccanici di rete in acciaio inox; nel preaccumulo C si raccoglie l'acqua sottoposta a filtrazioni diverse (Quarzo, Carboni attivi ed osmosi inversa) a seconda dell'esigenza.
I due preaccumuli di Acquevive sono, invece, comunicanti.
Proprio in conseguenza della loro posizione tutti i pozzi emungono acqua dalla falda fluviale dove la concentrazione dei nitrati ed i valori di conducibilità elettrica specifica sono relativamente bassi. Ciò è spiegato dal fatto che il fiume alimenta direttamente la falda.
Tabella 2 : dati analitici relativi ad acque destinate al consumo umano prelevate presso le vasche di preaccumulo di Rotacupa e di Acquevive (dati relativi al mese di febbraio 2002 )
ANALITA |
Unità di misura |
Rotacupa (preaccumulo) |
Acquevive (preaccumulo) |
D.P.R. 236/88 |
||||
A |
B |
C |
Macerata |
Consorzio |
Valori guida |
Valori limite |
||
Conducibilità a 20 °C |
mS/cm |
625 |
670 |
715 |
740 |
685 |
400 |
- |
Durezza Totale |
°F |
31,0 |
32,0 |
35,0 |
37,0 |
32,0 |
- |
- |
Cloruri (Cl - ) |
mg/L |
44,9 |
55,9 |
59,2 |
50,3 |
47,8 |
25 |
- |
Solfati (SO 4 - ) |
mg/L |
42,3 |
46,3 |
48,6 |
51,9 |
47,6 |
25 |
250 |
Azoto nitrico (NO 3 - ) |
mg/L |
25,1 |
27,1 |
31,3 |
29,7 |
27,2 |
5 |
50 |
Ferro (Fe) |
μg/L |
7,0 |
2,0 |
10 |
8,0 |
3,0 |
50 |
200 |
Manganese (Mn) |
μg/L |
< 1,0 |
< 1,0 |
< 1,0 |
< 1,0 |
< 1,0 |
20 |
50 |
Tuttavia queste acque sono particolarmente a rischio in quanto risentono direttamente dell'inquinamento dei corpi idrici superficiali. Da studi condotti sulla situazione idrogeologica nell'area dei pozzi di Rotacupa, infatti, emerge che la falda viene alimentata oltre che dalle dirette precipitazioni atmosferiche, anche dal fiume Potenza. Di conseguenza la falda deve considerarsi interessata ai fenomeni di inquinamento che hanno sede nei fiumi, nella misura in cui gli strati di terreno non sono capaci di operare una conveniente depurazione dell'acqua che li attraversa. L'attitudine di un certo strato permeabile a ridurre od eliminare la eventuale carica inquinante presente nelle acque che percolano o filtrano attraverso di esso dipende dalla natura e dalla composizione del terreno e dallo spessore dello strato medesimo. Normalmente le acque sotterranee sono abbastanza protette contro la contaminazione portata dalle acque superficiali che le alimentano. Tuttavia non può affatto escludersi un inquinamento delle falde freatiche, sia perché la carica inquinante può superare la capacità depurante degli strati attraversati, sia perché certe sostanze tossiche solubili possono percolare praticamente inalterate attraverso i detti strati. [1] Tra le principali fonti di inquinamento si segnalano l'agricoltura intensiva e l'elevata concentrazione di insediamenti abitativi e produttivi. [2] , [3]
[1] AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI MACERATA, Studio sull'inquinamento dei fiumi Chienti e Potenza, Febbraio 1976
[2] PROVINCIA DI MACERATA Assessorato all'Ambiente, Il rischio idrogeologico nella provincia di Macerata a cura di Torquato Nanni
[3] Intervento del Dott. Paoloni- Dir. Gen. A.R.P.A. MARCHE, Indagine sulla fornitura idrica nelle Marche, Dott. G. Corvatta, Dott.ssa P. Ranzuglia