Il ciclo delle acque
La rete idrica
Con l'applicazione della Legge 36/94 (“Legge Galli”) che attribuisce e riserva in modo esclusivo agli Enti locali ed alle Province tutte le funzioni di organizzazione, funzionamento e regolazione del servizio idrico, la Regione Marche ha previsto la costituzione di cinque “ambiti territoriali ottimali” (ATO). Essi sono:
- ATO 1: ambito territoriale ottimale denominato Marche Nord – Pesaro e Urbino;
- ATO 2: ambito territoriale ottimale denominato Marche centro – Ancona;
- ATO 3: ambito territoriale ottimale denominato Marche centro – Macerata;
- ATO 4: ambito territoriale ottimale denominato Marche centro su – Alto Piceno Maceratese;
- ATO 5: ambito territoriale ottimale denominato Marche sud – Ascoli Piceno.
In attuazione dell'art. 9 della citata Legge Galli , la Regione Marche ha emanato la L.R. 18/98 “Disciplina delle Risorse Idriche” con cui ha affidato tutte le funzioni amministrative di programmazione, organizzazione e controllo sull'attività di gestione del Servizio Idrico Integrato dei Comuni facenti parte dell'Ambito territoriale Ottimale n.3 all'Autorità di Ambito.
In ciascun ambito il Servizio Idrico Integrato, ovvero il ciclo completo delle acque (acqua potabile, fognature e depurazione), sarà affidato ad uno o più gestori di dimensioni sufficientemente ampie e idonee all'industrializzazione, tale da evitare diseconomie e garantire una tariffa unica. Il riassetto dei servizi, oltre a superare l'attuale frammentazione, potrà condurre alla realizzazione di recuperi di efficienza operando su larga scala nell'approvvigionamento, nei costi di gestione e negli investimenti. Certamente è da considerare positivo il fatto che la legge garantisce l'accesso dei cittadini alle informazioni inerenti la gestione dei servizi e che gli enti promuovono iniziative per la diffusione della cultura dell'acqua senza dimenticare l'obiettivo principale della Legge 36/94 consistente nel raggiungimento della qualità, intesa non solo come bontà del prodotto, ma anche come capacità di dare risposte adeguate all'esigenza della clientela. 1
Un passo decisivo è stato compiuto, inoltre, dalla assemblea consortile del 30 giugno 2003 nel corso della quale è stato deliberato di affidare il servizio idrico integrato dei comuni dell'Ambito Territoriale Ottimale n.3 "Marche Centro-Macerata" a tre gestori: UNIDRA s.c.r.l., S.I. MARCHE s.c.r.l. ed al Raggruppamento di imprese AST-ASPEA con l'aggregazione di ACQUAMBIENTE MARCHE ( Tabella 15 ). I primi due sono costituiti sotto forma di Società Consortile fra le aziende di gestione, mentre il terzo gestore è costituito sotto forma di raggruppamento di imprese nelle more di un processo di fusione tra AST S.p.A. ed ASPEA S.p.A. il cui iter si concluderà in breve tempo tenuto conto del fatto che è già terminata la fase di approvazione assembleare alla fusione per entrambe le società. Nell'integrazione è inclusa anche ACQUAMBIENTE MARCHE S.r.l. in conseguenza degli accordi sottoscritti fra queste aziende.
Tabella 15 : comuni dell'ATO n.3 e rispettivo Gestore del Servizio Idrico Integrato
GESTORE |
COMUNI |
UNIDRA s.c.r.l. |
Acquacanina |
Apiro |
|
Belforte del Chienti |
|
Bolognola |
|
Caldarola |
|
Camerino |
|
Camporotondo di Piastrone |
|
Castelraimondo |
|
Castelsantangelo sul Nera |
|
Cessapalombo |
|
Piastra |
|
Fiordimonte |
|
Fiuminata |
|
Gagliole |
|
Monte Cavallo |
|
Muccia |
|
Pievebovigliana |
|
Pievetorina |
|
Pioraco |
|
Poggio S.Vicino |
|
S.Severino Marche |
|
Sefro |
|
Serrapetrona |
|
Serravalle di Chienti |
|
Tolentino |
|
Ussita |
|
Visso |
|
S.I. MARCHE s.c.r.l. | Appianano |
Castelfidardo |
|
Civitanova Marche |
|
Corridonia |
|
Macerata |
|
Montecosaro |
|
Morrovalle |
|
Pollenza |
|
Treia |
|
Raggruppamento di imprese AST-ASPEA con l'aggregazione di ACQUAMBIENTE MARCHE
|
Cingoli |
Filottrano |
|
Loreto |
|
Montecassiano | |
Montefano |
|
Montelupone |
|
Numana |
|
Osimo |
|
Porto Recanati |
|
Potenza Picena |
|
Recanati |
|
Sirolo |
Questa deliberazione ha consentito il passaggio dalle attuali n.7 gestioni in forma di impresa e n.23 gestioni in economia a sole tre società, con l'impegno a costituire un unico gestore di ambito entro due anni. Tale affidamento, infatti, ha validità dal 30 giugno 2003 al 30 giugno 2008. Tuttavia entro il 10 gennaio 2006 (ovvero entro cinque anni dalla data di costituzione dell'Autorità d'Ambito) le società affidatarie dovranno procedere alla costituzione di un Gestore Unico conformemente a quanto previsto all'art.9, comma 2, lett. d) della LR. 18/98. Quando ciò avverrà, l'affidamento del Servizio idrico Integrato proseguirà nei confronti dello stesso senza soluzione di continuità. La Finanziaria 2002 (art. 35, comma 5) ha consentito alle Autorità di Ambito di affidare direttamente, purché entro il 30 giugno 2003, il Servizio Idrico Integrato a società di capitali partecipate unicamente da enti locali che fanno parte dello stesso Ambito Territoriale Ottimale, per un periodo compreso tra tre e cinque anni a far data dalla delibera di affidamento. L'opzione offerta dalla Legge 448/01 è stata preferita rispetto a quella prevista dal testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali in considerazione della possibilità, da un lato, di consentire agli enti locali di avere un ruolo maggiormente attivo nella gestione dei servizi idrici, giustificato dall'esistenza di un forte interesse pubblico in materia, data la valenza sociale del servizio stesso, l'impatto ambientale che lo caratterizza e la necessità di garantire un uso ottimale della risorsa idrica; dall'altro lato garantisce da subito un processo di aggregazione gestionale coordinato in grado di far fronte alle necessità infrastrutturali urgenti, alla necessità di assicurare il raggiungimento di un servizio territorialmente omogeneo, alla necessità di graduare la tariffa con le opportune modulazioni ed articolazioni, nonché di creare i presupposti per l'espletamento al termine del periodo transitorio di una procedura ad evidenza pubblica.
L'Autorità d'Ambito, da parte sua, deve procedere entro due anni all'approvazione del Piano di Ambito definitivo di durata ventennale, che vincolerà il o i gestori alla sua compiuta realizzazione dal momento della sua approvazione.
Dal 1° gennaio 1999 alla data di ingresso dei tre gestori, la gestione in economia da parte del Comune di Macerata del ciclo idrico integrato è stata affidata, tramite deliberazioni dell'Amministrazione comunale, all'A.P.M. che, nata nel 1997 e trasformatasi in S.p.A. il 21 giugno 1999, è un consorzio che serve Macerata e i comuni di Appignano, Pollenza e Treia.
La lunghezza complessiva della attuale rete acquedottistica comunale è di 313 Km, 245 Km di distribuzione e 68 Km di adduzione; essa serve una popolazione di 41.857 abitanti. Il suo ampliamento è continuo sia per le nuove richieste di allacci sia per il rinnovo e/o la modifica di tratti di condutture troppo usurate. 2
Le fonti di approvvigionamento idrico sono costituite da due campi pozzi e da una sorgente: i campi pozzi di Rotacupa ed Acquevive e la sorgente Niccolini di Serrapetrona.
La distribuzione dell'acqua potabile nel Comune di Macerata si può considerare essenzialmente suddivisa in tre grandi acquedotti che, tuttavia, si intersecano e si influenzano a seconda delle condizioni meteorologiche stagionali. In particolare essa è regolata dalla portata in arrivo a Macerata dell'acqua della sorgente Niccolini.
La distribuzione denominata "ad alta" sfrutta la pressione maggiore derivante dall'altezza dell'idropensile. Esso distribuisce, attraverso il complesso di serbatoi di accumulo di Montalbano, acqua della sorgente di Serrapetrona per quasi tutto l'anno alle zone alte di Macerata (centro storico, ecc.). Il consumo del centro storico nelle 24 ore è risultato, nel 2001, di 25,69 L/sec e, nel 2002, di 26.97 L/sec. Si intuisce che se la portata della sorgente Niccolini supera il consumo del Centro Storico, l'eccesso di acqua si scarica nei serbatoi di bassa, migliorando la qualità dell'acqua distribuita nelle zone basse di Macerata. Viceversa quando la portata della sorgente non riesce a soddisfare il consumo del Centro Storico è necessario accendere le pompe di reintegro che riforniscono l'idropensile con l'acqua prelevata dai serbatoi di bassa.
La distribuzione "di bassa" è così chiamata in quanto l'acqua, partendo da n° 8 serbatoi interrati, ha meno pressione e, quindi, serve le restanti zone di Macerata. Tali serbatoi vengono riforniti dalla centrale di sollevamento di Rotacupa. La qualità dell'acqua distribuita dipende dal "taglio" che esercita l'acqua in eccesso della sorgente di cui sopra.
La centrale di Acquevive distribuisce acqua alle frazioni di Piediripa, San Claudio, Sforzacosta, Colbuccaro, Casette Verdini, Stazione di Pollenza e Pollenza. Tale acquedotto, tuttavia, in caso di emergenza, può essere alimentato quasi completamente dai serbatoi "di bassa" di Macerata.
Nel seguente prospetto sono indicati i dati relativi agli ultimi due anni:
Anno |
Attingimento da Campo Pozzi (%) |
Attingimento da Sorgente (%) |
2001 |
58 |
42 |
2002 |
68 |
32 |
I punti di consegna sono rappresentati da un serbatoio ubicato a Sforzacosta, a servizio della stessa frazione, un serbatoio a Colbuccaro a servizio della stessa ed un serbatoio denominato Casa Loreta a servizio delle frazioni di Casette Verdini e Stazione di Pollenza. Altri due serbatoi si trovano a Piediripa e Villa Potenza: essi hanno una capacità di 600 mc ( Tabella 16 ).
Tabella 16 : opere di accumulo e ripartizione
Denominazione opera di accumulo o ripartizione |
Volume medio erogato (mc/anno) |
Anno di riferimento |
Se si tratta di serbatoio o torrino piezometrico |
Volume utile (mc) |
Posizionamento rispetto alla rete di distribuzione |
Anno di realizzaz. |
Complesso serbatoi accumulo Montalbano |
2843,42 |
1998 |
interrato |
5000 |
In testata |
1948 |
Serbatoio Piediripa |
212,11 |
1998 |
interrato |
600 |
In testata |
1982 |
Serbatoio Sforzacosta |
126,00 |
1998 |
sopraelevato |
600 |
In testata |
1982 |
Serbatoio Villa Potenza |
157,68 |
1998 |
sopraelevato |
600 |
Intermedio |
1982 |
Serbatoio Casa Loreta |
196,76 |
1998 |
sopraelevato |
600 |
In testata |
1986 |
Serbatoio Colbuccaro |
72,74 |
1998 |
sopraelevato |
600 |
In testata |
1986 |
Idropensile Montalbano |
802,29 |
1998 |
sopraelevato |
600 |
In testata |
1987 |
Dai dati raccolti dall'ATO n.3, riferiti al 1998, risulta che nel comune di Macerata i metri cubi di acqua prodotta da impianti propri ammontano a 4042,99 di cui 266,60 sono ceduti a terzi. Di questi ultimi 234,60 metri cubi sono destinati ad uso potabile. Dalla stessa ricognizione di cui sopra emerge che i metri cubi di acqua erogata per usi potabili sono 2648,35 di cui 2413,75 a rete propria.
Nell'opera di adduzione le perdite sono stimate intorno all'11,96%.
Le fonti di approvvigionamento
Attualmente l'approvvigionamento idrico del Comune di Macerata avviene tramite:
- la sorgente Niccolini nel Comune di Serrapetrona;
- il campo pozzi della centrale di sollevamento di Rotacupa;
- il campo pozzi della centrale di sollevamento di Acquevive.
Quando sarà completata la condotta di adduzione del "Consorzio Acquedotto del Nera", Macerata farà parte di quei Comuni che potranno distribuire ottime acque di sorgente con un notevole miglioramento della qualità del servizio [3] .
La sorgente Niccolini è una sorgente montana con portata stagionale ad andamento variabile in funzione delle condizioni meteorologiche: essa oscilla da un minimo di 20 ad una massimo di 90 litri/sec. Essa fornisce acqua di ottime caratteristiche, simile alle acque oligominerali. Lo stato di conservazione delle opere è buono.
Il campo pozzi della centrale di sollevamento di Rotacupa è ubicato nella frazione di Villa Potenza di Macerata. Esso attinge acqua dal sub alveo del fiume Potenza con una portata variabile da 50 litri/sec a 130 litri/sec.
Nella centrale esistono un impianto potabilizzatore con filtri a quarzite e carboni attivi con capacità di trattamento di 60-100 litri/sec, un impianto denitrificante ad osmosi inversa con capacità di trattamento modulare per 20-40-60 litri/sec ed un impianto di disinfezione a biossido di cloro. Tutte le apparecchiature sono completamente automatizzate e telecontrollate. Tale impianto è in esercizio dal 1997.
Qualitativamente l'acqua captata rientra nei parametri dettati dal DPR 236/1988 (dati aggiornati al 2001).
In caso di innalzamento dell'inquinamento chimico da nitrati, viene attivato l'impianto denitrificante che, grazie alla sua modularità, può abbattere considerevolmente la concentrazione del suddetto inquinante, facendo rientrare l'acqua prodotta nei limiti di potabilità.
L'area di protezione del campo pozzi ha un'estensione di 24 ettari in cui sono dislocati 37 pozzi di attingimento della profondità di circa 20 metri.
Il campo pozzi della centrale di sollevamento di Acquevive è costituito da n.7 pozzi di attingimento della profondità di circa 20-22 metri. L'acqua viene attinta dal sub alveo del fiume Chienti lungo la S.S. 485 con una portata di circa 40 litri/sec. L'area di protezione si estende per circa 15 ettari, compresa quella di proprietà del Consorzio Approvvigionamento Idrico frazioni Macerata, Pollenza e Corridonia.
La potabilità dell'acqua è garantita da un impianto di filtrazione con filtri al quarzo e da un impianto di disinfezione ad ipoclorito di sodio. Qualitativamente l'acqua captata rientra nei parametri dettati dal DPR 236/1988 (dati aggiornati al 2001).
I pozzi 1 e 2 che per un certo periodo di tempo sono stati esclusi dall'emungimento in quanto la concentrazione dei nitrati nell'acqua presentava valori superiori al limite (70-80 mg/litro), attualmente sono in produzione come gli altri.
A partire dall'anno 2002, in accordo con il Ministero dell'Ambiente, è stato deciso di estendere l'indagine statistica “Osservatorio Ambientale sulle città” (temi Acqua, Aria, Energia, Rifiuti, Rumore, Trasporti e Verde Urbano) dalle Città capoluogo di Regione e Province Autonome anche alle Città Capoluogo di Provincia. La raccolta dei dati viene fatta con inizio dall'anno 2000. L'indagine di cui sopra costituisce la fonte principale dei dati di seguito riportati. Ne i grafici che seguono sono indicati i consumi di acqua del comune di Macerata , relativi agli anni 2000 ( Grafico 1 ) e 2001 ( Grafico 2 ) , suddivisi per il tipo di uso.
Grafico 1 : i diversi usi dell'acqua della rete acquedottistica relativi all'anno 2000
Grafico 2 : i diversi usi dell'acqua della rete acquedottistica relativi all'anno 2001
Le minime variazioni nei consumi di acqua emerse dal confronto tra i due anni, sono direttamente proporzionali al numero di utenze ad eccezione che nei casi di "uso industriale" ed "altri usi" ( Tabella 17 ).
Tabella 17 : utenze fatturate nel comune di Macerata
USO |
ANNO 2000 |
ANNO 2001 |
Domestico |
17912 |
17748 |
Industriale |
40 |
57 |
Commerciale |
600 |
573 |
Agricolo |
51 |
52 |
Altri usi |
2929 |
3036 |
Totale |
21532 |
21466 |
Libro bianco sulle acque potabili
E' stata intitolata “Libro bianco sulle acque potabili” la recente pubblicazione relativa al censimento che l'A.R.P.A.M. ha condotto sulla reale situazione di tutti gli acquedotti pubblici di 246 Comuni delle Marche. Tale documento costituisce una raccolta e sintesi dei risultati delle analisi (chimiche e batteriologiche) eseguite su circa 50.000 campioni di acqua potabile prelevati nelle reti di distribuzione relativamente al periodo di indagine 2001 e 2002, con frequenze proporzionali al numero degli utenti e secondo meccanismi stabiliti dalle norme in vigore. Tale pubblicazione è suddivisa in quattro volumi, uno per ciascuna provincia della regione; ciascun volume è, a sua volta, suddiviso in schede in cui viene rappresentato lo stato di salute della risorsa idrica in ogni singolo Comune marchigiano oltre a varie altre informazioni di carattere generale sul territorio, gli acquedotti, il soggetto gestore, l'approvvigionamento della risorsa, i controlli, ecc.. I dati non conformi agli standard ottimali previsti dalla norma sono riportati con l'indicazione della causa principale.
Il “Libro bianco” costituisce, quindi, un utile strumento nelle mani di amministratori pubblici, gestori degli acquedotti, associazioni ambientaliste e di tutti i cittadini-utenti.
Nella scheda relativa al Comune di Macerata vengono forniti i risultati delle analisi eseguite negli anni 2001 e 2002 sulle acque prelevate in tre diversi punti utenza, uno per ognuno degli acquedotti presenti nel Comune.
Numero punti utenza |
54 |
|
Anno |
2001 |
2002 |
Numero controlli |
489 |
431 |
Numero non conformità |
8 |
6 |
Causa principale della non conformità |
Presenza di batteri |
Presenza di batteri |
Tabella 18: fontana pubblica (Via dell'acquedotto – Villa Potenza)
Anno 2001 |
Conducibilità ( m S/cm) |
Durezza (°F) |
Nitrati (mg/L) |
Solfati (mg/L) |
Cloruri (mg/L) |
Min |
370 |
19 |
8,8 |
11 |
16 |
Med |
532 |
26 |
20 |
31 |
36 |
Max |
655 |
34 |
30 |
49 |
54 |
Anno 2002 |
Conducibilità ( m S/cm) |
Durezza (°F) |
Nitrati (mg/L) |
Solfati (mg/L) |
Cloruri (mg/L) |
Min |
595 |
28 |
23 |
35 |
44 |
Med |
615 |
28 |
23 |
36 |
46 |
Max |
645 |
28 |
24 |
37 |
46 |
Tabella 19: fontana pubblica (borgo Piediripa chiesa – Piediripa)
Anno 2001 |
Conducibilità ( m S/cm) |
Durezza (°F) |
Nitrati (mg/L) |
Solfati (mg/L) |
Cloruri (mg/L) |
Min |
625 |
32 |
28 |
39 |
37 |
Med |
685 |
35 |
31 |
50 |
31 |
Max |
705 |
38 |
34 |
55 |
45 |
Anno 2002 |
Conducibilità ( m S/cm) |
Durezza (°F) |
Nitrati (mg/L) |
Solfati (mg/L) |
Cloruri (mg/L) |
Min |
730 |
35 |
30 |
51 |
48 |
Med |
821 |
38 |
34 |
59 |
54 |
Max |
910 |
44 |
40 |
71 |
54 |
Tabella 20: fontana pubblica (Piazza Mazzinia – Macerata)
Anno 2001 |
Conducibilità ( m S/cm) |
Durezza (°F) |
Nitrati (mg/L) |
Solfati (mg/L) |
Cloruri (mg/L) |
Min |
295 |
16 |
2,5 |
3,4 |
8,2 |
Med |
299 |
16 |
3 |
4,3 |
8,8 |
Max |
300 |
18 |
3,7 |
4,9 |
10 |
Anno 2002 |
Conducibilità ( m S/cm) |
Durezza (°F) |
Nitrati (mg/L) |
Solfati (mg/L) |
Cloruri (mg/L) |
Min |
295 |
15 |
2,6 |
3,6 |
7,6 |
Med |
299 |
16 |
3,4 |
4,4 |
8,4 |
Max |
305 |
17 |
4 |
5 |
8,4 |
La rete fognaria e gli impianti di depurazione
Il comune di Macerata possiede due impianti di depurazione ubicati a Sarrocciano ed a Villa Potenza. Sono impianti di tipo "a fanghi attivi" con secondario. Quello di Sarrocciano è costituito da due linee parallele di 47.500 abitanti equivalenti ciascuna, mentre la potenzialità dell'impianto di Villa Potenza è di 24.000 abitanti equivalenti.
La rete fognaria di Macerata è a sistema misto, ovvero le "acque bianche" (acque meteoriche, di falda e di raffreddamento non additivate) e le "acque nere" (scarichi domestici o produttivi) sono raccolte nella stessa canalizzazione.
Il Regolamento comunale, approvato con deliberazione Consiliare il 29 giugno 1994 n.6, impone, l'allaccio diretto al collettore delle sole acque nere nelle zone attraversate da collettori principali di convogliamento agli impianti di depurazione situati a valle degli scolmatori di piena, ove non esista un diverso sistema di fognatura.
La rete fognaria copre più dell'80% della superficie comunale. Attualmente sono in via di realizzazione alcuni allacci di fognature principali ai depuratori.
Dalla ricognizione effettuata dall'ATO 3 risulta che la rete fognaria del Comune di Macerata è suddivisa in tre grandi rami: Nord-Est della città (Parte Centro Storico, Perif. Nord-Est), Sud della città (Parte Centro Storico, Perif. Sud, Fraz. Sforzacosta e Piediripa) e Nord-Ovest della città (Parte Centro Storico, Perif. Nord-Ovest, Fraz. Villa Potenza) ( Tabella 21 ).
Tabella 21 : rete fognaria del Comune di Macerata
Denomi-nazione rete fognaria |
Vol. medio acqua nera collettato (mc/anno) |
Anno di riferimento |
Pop. allacciata residente |
Pop. allacciata fluttuante |
% rete fognaria mista |
Lunghezza totale della rete (Km) |
Recettore finale di scarico |
Nord-Est |
410,00 |
1998 |
3.500 |
300 |
100 |
14,00 |
Corso d'acqua (fosso Trodica) |
Nord-Ovest |
6.222,48 |
1998 |
8.100 |
500 |
100 |
29,20 |
Corso d'acqua (fiume Potenza) |
Sud |
2.800,00 |
1998 |
25.200 |
1.000 |
100 |
97,40 |
Corso d'acqua (fiume Chienti) |
Il collettore corrispondente alla zona Sud della città converge all'impianto di depurazione di Scarrocciano, mentre quello corrispondente alla parte Nord-Ovest della città converge al depuratore di Villa Potenza.
Tabella 22 : lunghezza collettore di trasporto
Denominazione collettore di trasporto |
Lunghezza totale collettore (Km) |
Nord-Est (rione Pace) |
1,50 |
Nord-Ovest |
7,95 |
Sud |
24,60 |
All'interno del territorio comunale sono, inoltre, presenti N.4 scaricatori di piena realizzati nel 1985. Il recettore finale di due scaricatori del Collettore Zona Sud è rappresentato dal fiume Chienti, il terzo scaricatore Collettore Zona Sud, in c.da Pieve, scarica nel fosso Pieve, mentre quello del Collettore Nord-Ovest ha come recettore finale il fiume Potenza.
Nel 1992 sono state realizzate due stazioni di sollevamento a servizio della rete fognaria, l'una ubicata nel fosso Ricci a Sforzacosta, l'altra in c.da Pieve.
La disciplina degli scarichi
Le strategie generali di disinquinamento e di tutela delle acque dei bacini idrografici sono strettamente correlate alla conoscenza della distribuzione delle infrastrutture depurative esistenti, delle loro caratteristiche e funzionalità. Analogamente i progetti di fognatura e depurazione devono tener conto della morfologia del territorio e della loro influenza sulle singole aste fluviali. In linea con quanto stabilito dal D.Lgs. 152/1999 all'art.44 il Piano di Tutela delle Acque ha un approccio combinato tra i limiti agli scarichi e gli obiettivi di qualità al fine di raggiungere tali obiettivi entro ben definiti traguardi temporali. Nel Piano di Tutela è prioritario l'uso idropotabile delle acque, aspetto che condiziona le scelte volte al conseguimento dei suddetti obiettivi. Le opere per la raccolta e la depurazione delle acque reflue previste nel Piano sono state definite sulla base delle carte di monitoraggio della classe di qualità dei corpi idrici elaborate dall'ARPAM.
Il D.Lgs. 152/1999, Testo Unico sulle Acque, ha recepito la Direttiva n.91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e la Direttiva n. 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento dei nitrati provenienti da fonti agricole. La principale novità consiste nell'attenzione che il legislatore ha voluto rivolgere al corpo recettore ed alla sua capacità di assorbimento, in accordo con i principi dello sviluppo sostenibile, piuttosto che alla valutazione del singolo scarico.
Gli articoli che regolamentano la disciplina degli scarichi sono:
- Titolo III, Capo III – artt. 27 – 34 "Tutela qualitativa della risorsa: disciplina degli scarichi";
- Titolo III, Capo IV – artt. 36, 38 e 39 "Ulteriori misure per la tutela dei corpi idrici";
- Titolo IV, Capo II – artt. 45 - 48 "Autorizzazione agli scarichi";
- Titolo IV, Capo III – artt. 49 - 53 "Controllo degli scarichi"
- Titolo V, Capo I – artt. 54 - 61 "Sistema sanzionatorio"
- Allegato 5: limiti di emissione degli scarichi idrici
Per definizione (art. 2, comma bb) ) lo "scarico" è qualsiasi immissione diretta tramite condotta di acque reflue liquide, semiliquide e comunque convogliabili nelle acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depurazione. Sono esclusi i rilasci di acque previsti all'art. 40. Le "acque di scarico" sono tutte le acque reflue provenienti da uno scarico.
Tutti gli scarichi sono disciplinati in funzione degli obiettivi di qualità dei corpi idrici e devono comunque rispettare i valori limite di emissione previsti nell'Allegato 5 fatta salva la possibilità delle Regioni di stabilire valori limite più restrittivi. In particolare gli scarichi provenienti da impianti di trattamento delle acque reflue urbane di cui all'art. 32, devono essere conformi alle norme di emissione riportate nelle Tabelle 1 (scarico in corpi idrici superficiali) e 2 (scarico in corpi idrici superficiali ricadenti in aree sensibili) dell'Allegato 5 al D.Lgs. 152/1999. Nel caso in cui le fognature raccolgano scarichi di insediamenti industriali, i limiti da rispettare sono anche quelli delle Tabelle 3 e 5. Gli impianti devono essere dotati di idoneo trattamento di disinfezione.
Tabella 23 : Limiti di emissione per gli impianti di acque reflue urbane.
POTENZIALITÀ IMPIANTO IN A.E. (ABITANTI EQUIVALENTI) |
2.000 – 10.000 |
>10.000 |
||
Parametri (media giornaliera) (1) |
Concentrazione |
% di riduzione |
Concentrazione |
% di riduzione |
BOD5 (senza nitrificazione) mg/L (2) |
< 25 |
70 – 90 (5) |
< 25 |
80 |
COD mg/L (3) |
< 125 |
75 |
< 125 |
75 |
Solidi sospesi mg/L (4) |
< 35 (5) |
90 (5) |
< 35 |
90 |
Note
- le analisi sugli scarichi provenienti da lagunaggio o fitodepurazione devono essere effettuati su campioni filtrati, la concentrazione di solidi sospesi non deve superare superare i 150 mg/L.
- la misurazione deve essere fatta su campione omogeneizzato non filtrato, non decantato. Si esegue la determinazione dell'ossigeno disciolto anteriormente e posteriormente ad un periodo di incubazione di 5 giorni a 20 °C ± 1, in completa oscurità e con aggiunta di inbitori di nitrificazione.
- La misurazione deve essere fatta su campione omogeneizzato non filtrato, non decantato con bicromato di potassio.
- La misurazione deve essere fatta mediante filtrazione di un campione rappresentativoattraverso membrana filtrante con porosità di 0,45 m ed essiccazione a 105 °C e calcolo del peso.
- Ai sensi dell'art. 31, comma 6, la percentuale di riduzione del BOD5 non deve essere ionferiorre a 40. Per i solidi sospesi la concentrazione on dve superare i 70mg/L e la percentuale di abbattimento non deve essere inferiore al 70%.
Il punto di prelievo per i controlli, ai sensi dell'art. 28, comma 3, deve essere sempre il medesimo e deve essere posto immediatamente a monte del punto di immissione nel corpo recettore.
Nel caso di fognatura mista, gli impianti di trattamento devono garantire una portata nera diluita da addurre direttamente alla depurazione (senza preventiva raccolta in vasca di accumulo), pari ad un rapporto di diluizione 1:2. Nel caso in cui gli apporti determinati dalle acque reflue industriali superino, in termini di abitanti equivalenti il 50 % del totale, tale rapporto di diluizione viene incrementato a 1:2,5. Pertanto le reti fognarie devono essere dotate di vasche di accumulo per le acque di pioggia a perfetta tenuta; esse vanno costruite in corrispondenza degli scaricatori di piena onde trattenere le acque reflue.
Tutti gli scarichi devono essere autorizzati (art. 45 comma 1 del D.Lgs. 152/99). Il rilascio delle autorizzazione compete (art. 45 comma 6 del D.Lgs. 152/99) al Comune ed alla Provincia secondo quanto riportato nello schema riportato a pagina successiva.
Nel caso di scarichi di acque reflue domestiche in reti fognarie, questi sono sempre ammessi nell'osservanza dei regolamenti fissati dal gestore del servizio idrico integrato.
Solo per alcuni settori industriali è consentito lo scarico tal quale in pubblica fognatura relativamente ai parametri facilmente biodegradabili, in deroga alla Tabella 3 del D.Lgs. 152/1999.
Nella seguente Tabella 24 sono indicati, per ogni tipologia di scarico e di corpo recettore, l'Ente competente al rilascio della autorizzazione allo scarico secondo la vigente normativa nazionale (D.Lgs. 152/1999 e succ.mod ed int.) e regionale (L.R.10/1999 e D.G.R. 639/2002, modificata con la L.R. 23/2002).
Tabella 24 : competenze in relazione al rilascio dell'autorizzazione allo scarico 4
TIPOLOGIA DI ACQUE REFLUE |
PROVENIENZA |
CORPO RECETTORE |
ENTE AUTORIZZATORE |
Acque reflue domestiche |
da insediamenti civili (insediamenti abitativi isolati, case sparse, ecc.) |
Acque superficiali |
Comune |
Suolo |
Comune |
||
Acque reflue |
Pubblica fognatura |
Comune |
|
Acque reflue |
|
Acque superficiali |
Comune |
Suolo | Comune | ||
Ricezione e controllo delle comunicazioni relative all'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, delle acque di vegetazione dei frantoi oleari, nonché delle acque reflue provenienti da aziende agroalimentari e loro assimilate (art. 38 D.Lgs.152/99) |
Comune |
||
Impianti di depurazione (per il tempo necessario al loro avvio) |
- |
Provincia |
|
Acque reflue urbane |
- |
Acque superficiali |
Provincia |
- | Suolo |
Provincia |
|
Acque reflue industriali |
- |
Acque superficiali |
Provincia |
- | Suolo |
Provincia |
Da informazioni raccolte risulta che l'APM ha rilasciato nell'anno 2002 280 autorizzazioni allo scarico in pubblica fognatura, mentre non ci sono state autorizzazioni allo scarico in acque superficiali da parte della Provincia negli ultimi due anni.
Non esiste attualmente un catasto per la raccolta dei dati relativi alle autorizzazioni allo scarico. Si dispone unicamente di una banca dati, risalente al 1986, in cui sono inclusi circa 90 attività/privati autorizzati allo scarico secondo la Tabella A della legge Merli.
[1] REGIONE MARCHE, Indagine sulla fornitura idrica nelle Marche, ACU, ADICONSUM, ADOC, FEDERCONSUMATORI, QUADRIFOGLIO
[2] Fonte: APM
[3] Intervento del Dott. Paoloni- Dir. Gen. A.R.P.A. MARCHE, Indagine sulla fornitura idrica nelle Marche, Dott. G. Corvatta, Dott.ssa P. Ranzuglia
[4] fonte: servizio informativo ambientale della Provincia di Ancona su internet