Acque superficiali
Qualità delle acque superficiali (fiumi)
Il decreto legislativo 11 maggio 1999, n.152, rivisto ed integrato dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n.258 e dal D.M. n.367/2003, introduce molti aspetti innovativi rispetto alla normativa precedente tra i quali la definizione di due obiettivi di qualità per i corpi idrici: obiettivo di qualità ambientale, attribuito ai corpi idrici significativi in funzione della capacità di autodepurazione e di mantenere ecosistemi ampi e diversificati, obiettivo di qualità per specifica destinazione, che individua lo stato dei corpi idrici idoneo a particolari funzioni o destinazioni d'uso per determinati corpi idrici.
Classificazione in funzione della qualità ambientale (D.Lgs. n.152/99)
Lo stato di qualità ambientale dei corpi idrici superficiali è definito sulla base dello stato ecologico e dello stato chimico del corpo idrico.
Lo stato ecologico (SECA) “è l'espressione della complessità degli ecosistemi acquatici, della natura fisica e chimica delle acque e dei sedimenti, delle caratteristiche del flusso idrico e della struttura fisica del corpo idrico, considerando comunque prioritario lo stato degli elementi biotici dell'ecosistema”.
Lo stato chimico “è definito in base alla presenza di microinquinanti ovvero di sostanze chimiche pericolose”.
Lo stato ambientale è “definito in relazione al grado di scostamento rispetto alle condizioni di un corpo idrico di riferimento relativamente immune da impatti antropici”. Esso si definisce: elevato, buono, sufficiente, scadente e pessimo.
Ai fini della classificazione della qualità dei corsi d'acqua si eseguono determinazioni sulla matrice acquosa e sul biota, che possono essere integrate da indagini sui sedimenti e da test di tossicità. Per la corretta valutazione della qualità di un corso d'acqua è necessario un approccio di tipo multidisciplinare, integrato da vari tipi di indagini, al fine di ottenere il quadro effettivamente rappresentativo della situazione del fiume.
I prelievi per le analisi chimiche, fisiche e batteriologiche sono condotti con cadenza mensile, mentre il campionamento per le indagini biologiche viene effettuato due volte l'anno (periodo di magra e periodo di morbida).
Nel 2001 il bacino del fiume Chienti è stato monitorato in undici stazioni, sei delle quali sono dislocate lungo l'asta principale del fiume. Le cinque stazioni atte al monitoraggio dei principali affluenti, sono situate immediatamente prima della confluenza con l'asta principale, al fine di valutarne l'apporto inquinante ( Tabelle 3 e 4 ).
Tabella 3 : asta principale (anno 2001)
STAZ. |
LOCALITA' |
COMUNE |
LOCALIZZAZIONE |
Livello IBE |
Livello macrodescrittori |
2/CH |
SS 209 Km 87.900 |
Pievetorina |
a valle zona industriale |
1 |
2 |
3/CH |
Castello |
Serravalle |
|
2 |
2 |
7/CH |
Bistocco |
Caldarola |
SS 77 Km 57 |
1 |
2 |
11/CH |
La Rancia |
Tolentino |
dietro il castello |
3 |
2 |
13/CH |
San Claudio |
Corridonia |
incrocio Abbazia S. Claudio |
3 |
2 |
16/CH |
foce |
Civitanova Marche |
ponte SS Adriatica |
3 |
2 |
Tabella 4 : affluenti (anno 2001)
STAZ. |
LOCALITA' |
CORSO D'ACQUA |
COMUNE |
Livello IBE |
Livello macrodescrittori |
20/CH |
Villacase |
Fiastrone |
Belforte del Chienti |
2 |
2 |
26/CH |
Colbuccaro |
Fiastra |
Corridonia |
4 |
2 |
27/CH |
Trodica |
Trodica |
Morrovalle |
5 |
5 |
28/CH |
Guazzetti |
Cremone |
Montegranaro |
4 |
2 |
29/CH |
Cascinare |
Ete Morto |
S. Elpidio a mare |
4 |
3 |
Il tratto di fiume che interessa il comune di Macerata risulta compreso tra le stazioni 11/CH e 13/CH. Nei diversi anni l'alto e medio bacino del Chienti presenta delle buone caratteristiche di qualità. In corrispondenza della stazione 11/CH, pur rimanendo invariate le caratteristiche chimico-fisiche e batteriologiche del fiume, si rileva uno scadimento della classe di qualità verificato attraverso lo studio delle comunità di macroinvertebrati. Tuttavia la classe di qualità si mantiene “sufficiente” fino alla foce nonostante la confluenza delle acque “scadenti” e “pessime” degli affluenti Fiastra, Cremone, Ete Morto e Trodica i quali raccolgono le acque reflue di numerosi insediamenti urbani e delle attività produttive ivi presenti, spesso non depurate.
Vengono di seguito riportati i risultati della rielaborazione statistica e grafica dei dati analitici relativi ai prelievi effettuati negli anni 1999 ( Tabella 5 ), 2000 ( Tabella 6 ), 2001 ( Tabella 7 ) e 2002 ( Tabella 8 ); essi forniscono la classificazione del tratto di fiume ricadente sotto il comune di Macerata.
Nel 2001 il monitoraggio del fiume Potenza è stato effettuato individuando sette stazioni di prelievo, di cui cinque dislocate lungo l'asta principale ( Tabelle 9 e 10 ).
Tabella 9 : asta principale (anno 2001)
STAZ |
LOCALITA' |
COMUNE |
LOCALIZZAZIONE |
Livello IBE |
Livello macrodescrittori |
2/PO |
Castello di Lanciano |
Castelraimondo |
|
1 |
2 |
3/PO |
Selvalagli |
Gagliole |
a valle della cartiera |
2 |
2 |
5/PO |
s. prov.le S. Severino-Tolentino |
S. Severino Marche |
strada prov.le S.Severino-Tolentino Km 8,250 |
2 |
2 |
9/PO |
Acquesalate |
Macerata |
strada prov.le Sambucheto-Montelupone Km 0,700 |
3 |
2 |
12/PO |
foce |
Porto Recanati |
foce, ponte SS 16 Adriatica |
3 |
2 |
Tabella 10 : affluenti (anno 2001)
STAZ. |
LOCALITA' |
CORSO D'ACQUA |
COMUNE |
Livello IBE |
Livello macrodescrittori |
13/PO |
strada per Sefro Km 0,450 |
Scarsito |
Pioraco |
2 |
2 |
15/PO |
SS 77 Km 103,7 |
Monocchia |
Recanati |
2 |
2 |
Si precisa che il numero delle stazioni di prelievo nei bacini del fiume Chienti e del fiume Potenza è stato ridotto nel 2002, poi ripristinato nel 2003 con l'inserimento di nuovi punti di monitoraggio.
L'alto corso del fiume denota una “buona” qualità delle acque, sia per quanto concerne i parametri chimico-fisici che batteriologici. Il torrente Scarzito confluisce nel Potenza all'altezza di Pioraco con classe di qualità “buona”.
Il peggioramento di classe si presenta a Macerata in località Acquesalate ( “sufficiente”) per protrarsi sino alla foce.
Nel territorio di Recanati confluiscono nel Potenza le acque del torrente Monocchia che si attestano in classe di qualità “buona”.
Nei tratti a monte della stazione 9/PO il fiume riesce ad assorbire l'impatto degli insediamenti civili e produttivi anche grazie alla presenza di un depuratore ubicato nel Comune di Pioraco e alla confluenza con l'affluente Scarzito che, con caratteristiche non dissimili da quelle del Potenza, contribuisce ad aumentare sensibilmente la portata del fiume.
Lo scadimento di classe si verifica nel comune di Macerata, a valle in località Acquesalate, in quanto il fiume raccoglie gli scarichi urbani di vari comuni (Treia, Pollenza, Macerata, Montecassiano) e delle numerose attività commerciali, artigianali ed industriali.
La causa del progressivo aumento dell'inquinamento dalle sorgenti alle foci del Chienti e del Potenza è individuata nell'impatto antropico che comporta, nei periodi di magra, il superamento della capacità autodepurativa dei corsi d'acqua.
Dal 1999 al 2001 la classificazione delle acque del fiume Potenza sotto il comune di Macerata risulta invariata ( Tabelle da 11 a 14 ).
Nelle Figure 2, 3, 4, 5 e 6 è riportata la classificazione delle acque superficiali relativa agli anni dal 1999 al 2003.
Si ricorda che ai fini della salvaguardia e del risanamento di un corso d'acqua è fondamentale la conoscenza puntuale e approfondita della sua qualità, nonché la distribuzione delle fonti di inquinamento e la dinamica dei vari inquinanti.
Considerato lo stato di qualità ambientale “sufficiente” riscontrato alle foci del Chienti e del Potenza, si può concludere che “ i valori degli elementi della qualità biologica per i corpi idrici si discostano moderatamente da quelli di norma associati allo stesso ecotipo in condizioni non disturbate, ma mostrano segni di alterazione derivanti dall'attività umana. La presenza di microinquinanti, di sintesi e non, è in concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento ”.
Cause di inquinamento
La valutazione dello stato di inquinamento di un corpo idrico non sempre costituisce un problema di semplice ed univoca soluzione. Spesso la varietà delle condizioni presenti e la loro variabilità nel tempo rendono il problema arduo, sia per quanto riguarda la esatta individuazione delle cause dell'inquinamento sia per ciò che si riferisce alla definizione qualitativa e soprattutto quantitativa dell'inquinamento stesso.
I motivi di tale obiettiva difficoltà sono molteplici e tra essi vanno annoverati, in primo luogo, la presenza di scarichi abusivi non censiti e, talora, non facilmente individuabili ed in secondo luogo l'irregolare produzione e, quindi, l'irregolare sversamento di rifiuti, in special modo di quelli industriali.
Obiettivi
La normativa prevede che entro il 30 aprile 2003 le Regioni attribuiscano ad ogni tratto dei corpi idrici superficiali, ritenuti significativi, lo stato di qualità ambientale corrispondente ad una delle cinque classi di qualità (elevato, buono, sufficiente, scadente, pessimo). La Regione Marche ha già provveduto in tal senso in quanto l'A.R.P.A.M. ha proceduto alla esecuzione e poi alla elaborazione di dati analitici relativi alle acque superficiali con conseguente individuazione delle classi di qualità ambientale per ogni corso d'acqua significativo della Regione.
Il testo unico sulle acque prevede, inoltre, che entro il 31 dicembre 2008 ogni tratto rientri almeno nella classe "sufficiente", mentre entro il 31 dicembre 2016 raggiunga o mantenga lo stato ambientale "buono" e mantenga, ove già esistente, lo stato di qualità ambientale "elevato".
La Regione Marche ha il compito di verificare l'efficacia delle azioni intraprese per il raggiungimento dello stato di qualità “sufficiente” entro il 31 dicembre 2004.